Quest’anno, le riflessioni sul tema dell’acqua in occasione della Giornata Mondiale si concentreranno su come imprimere un’accelerazione al cambiamento necessario per risolvere la crisi idrica e igienico-sanitaria ad essa collegata. La ricorrenza è stata istituita dall’ONU nel 1992, all’interno delle direttive della Agenda 21, risultato della conferenza di Rio. In generale, l’obiettivo della giornata è quello di sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica in tutto il mondo sui problemi della scarsità idrica e sulla necessità di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.
L’acqua, lo sappiamo, è fonte primaria di vita. Il suo ciclo si interseca con tutte le questioni globali: salute, fame, uguaglianza di genere, lavoro, istruzione, industria, disastri naturali, pace.
Quest’anno, le celebrazioni della Giornata Mondiale dell’Acqua coincidono con la prima giornata della Conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite (New York, dal 22 al 24 marzo). Si tratta di una occasione unica per unire tutti i paesi del mondo al fine di risolvere la crisi igienico-sanitaria.
Va inoltre ricordato che nel 2015 il mondo si è impegnato a raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 6 dell’Agenda 2030, ovvero la promessa che tutti avrebbero gestito in sicurezza l’acqua e i servizi igienico-sanitari entro il 2030. Questo obiettivo, secondo le previsioni attuali, sarà difficilmente realizzato.
UN Water, l’organismo delle Nazioni Unite che organizza la giornata, quest’anno ha lanciato la campagna globale Be the change (il cui manifesto è ripreso nell’immagine in alto a destra). Come simbolo è stato scelto un colibrì – con l’intenzione di simboleggiare l’importanza delle buone pratiche individuali e su piccola scala per realizzare un cambiamento su scala globale -, l’uccellino protagonista della famosa fiaba africana (anche se ne esistono diverse versioni in altri continenti) che lo vede protagonista del tentativo di spegnere l’incendio della foresta. Riportiamo qui la versione tratta dal sito “La Rivista Culturale”, che ci sembra la più completa:
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.
Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.