8 marzo 2023: FIE Calabria e le sue associazioni ricordano la “Giornata Internazionale della Donna”

8 marzo 2023 – FIE CALABRIA e le sue associazioni ricordano la “giornata della donna”

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La Giornata Internazionale dei diritti della Donna può e deve essere interpretata con riguardo a tutti i suoi significati, in un contesto che, purtroppo anche nelle società che potrebbero definirsi più evolute, vede le donne ancora discriminate e private della vera libertà di espressione, di realizzazione e di parità.

L’Associazione Il Barattolo Ecotronei, con l’escursione del 5 marzo dedicata alla Donna e alla “Donna” per eccellenza, Madre Natura, ha regalato forti emozioni proponendo una narrazione intima e di riconciliazione. L’abbraccio materno della Donna, fulcro indiscusso della famiglia nella società rurale degli scorsi decenni in Calabria, è stato raccontato e rievocato attraverso i gesti legati alle antiche radici e alle attività tradizionali. Un profondo invito alla condivisione ed alla reciproca accettazione, al rispetto verso la Natura, verso se stessi e verso gli altri, per comprendere la vacuità dei  ritmi moderni ed il conseguente impoverimento dei rapporti sociali.

Paolo Latella
Presidente del Comitato
Regionale Calabria FIE

DONNE IN MONTAGNA – 5 MARZO 2023 – IL BARATTOLO ECOTRONEI (KR)

Un’escursione differente, una giornata diversa

Questo e tanto altro è stato l’evento “Donne in montagna” perché, in montagna, le donne (e gli uomini) sono determinate come querce e diventano giganti come i pini larici…

Il percorso dei Sassi di Còcciolo – caratterizzato da splendide emersioni granitiche – ha offerto ai presenti lo spunto per poter dare a questa escursione l’impronta della forza, della capacità di rinascita, della crescita in senso ampio del genere umano.

Nel briefing, come presidente dell’associazione “Il Barattolo Ecotronei” ho posto l’accento sulla celebrazione della donna per eccellenza: madre natura, nel cui ventre siamo nati, invitando gli astanti a farsi a loro volta ventre per accogliere ed avvicinare gli altri e creare una comunità così come fanno gli alberi nel bosco. Ma farsi ventre significa anche custodire e portare a termine un processo che vuole vicini, e non contrapposti, donne e uomini. Ed ecco perché la celebrazione di “Donne in montagna” ha una dialettica di inclusione, una dinamica in cui prendono corpo le sfaccettature più intime che legano l’uomo al desiderio intrinseco di legarsi alla natura e di approcciarsi a lei con l’umiltà di chi da lei vuole monito.

A condurre l’escursione il vicepresidente, Giovanni Vizza, guida AIGAE e guida del Parco Nazionale della Sila, coadiuvato da altre quattro guide AIGAE Francesca Davoli, Andrea Sabato, Antonio Pullano ed Antonio Gareri. Il loro ruolo, già ricordato nel briefing, di mediatori culturali ed interpreti della natura, ha preso corpo durante il cammino, nell’osservazione degli elementi naturali, nel racconto sulla storia e le tradizioni del territorio, ma ha trovato il suo apice nel momento empatico, che si è rivelato in un crescendo di emozioni.

In questo momento si è dato spazio alla tematica della quarta edizione, dedicata alle donne calabresi, vera forza della nostra regione e vere eroine di coraggio e sacrificio. Partendo da una lista di elementi materiali usate dalle donne calabresi nella loro quotidianità, siamo passati alla simbologia del fuso, abbiamo tessuto il gomitolo e poi abbiamo usato questo “filato” per creare una connessione con le nostre emozioni.

È stato un momento emozionante e di pathos, in cui ognuno si è aperto all’altro raccontando il proprio vissuto guardando al passato con una lacrima di nostalgia, di ricordo, di malinconia e sperando nel futuro e nella crescita delle giovani donne del domani calabrese. La nonna con la pignata sempre pronta accanto al fuoco, la mamma al fiume a fare “a vucata”, la zia ad impastare “a fatta du pane” di notte, la vicina a fare la calza “ara ruga” sono state l’esempio, condiviso da donne e uomini, di donne che hanno saputo con semplicità trasmettere valori che abbiamo il dovere di custodire e tramandare ai nostri figli.

È stata un’opportunità per ricordare a sé stessi che la società odierna ci porta verso ritmi frenetici a cui tante volte siamo stanchi di rispondere. Ed allora, la risposta diventa la natura, perché, in natura, il tempo assume un significato in cui guardare la lacrima sul viso del tuo vicino significa asciugargliela regalandogli anche la tua, significa dirgli che siamo fatti tutti della stessa sostanza, che siamo tutti uguali e che nella nostra apparente diversità, ricerchiamo una cosa sola: di non essere soli, di poter condividere. Abbiamo tutti il bisogno di sentirci noi stessi nel riconoscimento degli altri.

È stata un’occasione per dire che dobbiamo cambiare il punto di vista, senza dimenticare la vista del punto. Il punto è che oggi più che mai dobbiamo rivolgerci alla natura come all’unica salvezza della nostra vita. Il punto di vista è che solo frequentandola ed amandola, possiamo innamorarcene e, di conseguenza, operare la scelta di non volerla abbandonare.

A termine della giornata, ho coinvolto qualche socio a dire la sua sulla sfera femminile…

Quale aspetto dell’universo femminile è valore aggiunto nell’associazionismo, nel volontariato, in particolare in montagna?

La donna, in quanto donna, è un valore aggiunto sempre. Nell’associazionismo ed in montagna, restringerei il campo dell’universo femminile in tre parole: gentilezza, forza, determinazione. Queste sono le tre componenti che danno incisività all’azione che la nostra associazione intende dare affinché si riscopra la bellezza del nostro territorio montano e la sua importanza nella società di oggi.

In cosa si caratterizza, nello stare insieme come gruppo e frequentando l’ambiente naturale, l’approccio femminile?

Io credo che la donna nasce con un animo “materno”. Essa riversa questa sua predisposizione materna nelle persone che le stanno accanto. Quest’animo materno in un ambiente favorevole, come può essere la natura, il bosco, la montagna, si estende, si eleva fino a darle un’impronta che la avvicina al cielo. Poi, la grazia delle donne credo che sia un modo per toccare ogni argomento con un piglio che scioglie il cuore della montagna. Ecco perché donne e montagna sono un binomio naturale.

Le motivazioni di una donna, agli occhi dei nostri amici uomini, quali sono?

Le motivazioni che una donna ricerca nel suo approccio con la natura sono molteplici, come molteplici sono le sfaccettature del suo essere. La donna prende esempio dalla natura perché come lei ha bisogno per indole e genetica di sentirsi viva, partecipe, di sentirsi utile e, nello stesso tempo, di essere curata, salvaguardata ed amata. È quasi un parallelismo tra queste “due donne”. Quindi nel suo approccio la donna sceglie quella forza, quella resilienza e quella determinazione che alla natura vengono in maniera deterministica e alla donna riescono perché determinata.

Maria Assunta Albi, Presidente Associazione Il Barattolo ECOtronei

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