Il 21 aprile 2023, ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha presentato alla stampa la propria analisi su Piano per la ripresa e Legge di bilancio. Nel comunicato successivo alla presentazione si legge:
L’attuazione del Pnrr, nonostante i molteplici segnali di avanzamento, e la definizione del REPowerEU, richiedono decisioni urgenti per accelerare la transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, seguendo gli impegni assunti dall’Italia per realizzare l’Agenda 2030. In primo luogo, serve un più accurato, tempestivo e trasparente monitoraggio su modi e sui tempi con cui si realizzano gli investimenti e le riforme, accompagnato da una valutazione della coerenza sistemica delle varie azioni intraprese in relazione ai 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, specialmente quando gli investimenti del Piano verranno integrati con quelli finanziati dai Fondi di coesione europei e nazionali 2021-2027. Va poi migliorata la condivisione delle informazioni con gli stakeholder, la società civile e l’opinione pubblica, soprattutto nel momento in cui il Tavolo di partenariato è stato soppresso. Tale condivisione va realizzata anche a livello territoriale, dove le imprese e le comunità possono stimolare la realizzazione degli interventi e valutare come questi ultimi cambieranno il funzionamento del sistema socioeconomico a livello locale. Le misure del Piano inoltre vanno riviste connettendole agli altri processi programmatori già esistenti, come la Strategia nazionale e le Strategie regionali di sviluppo sostenibile, così da aumentare il coordinamento delle politiche economiche, sociali e ambientali, a livello centrale e locale.
La pubblicazione è ormai giunta alla quinta edizione (la terza dall’avvio del Pnrr) ed è stata illustrata dal presidente dell’Alleanza, Pierluigi Stefanini, e dai curatori del Rapporto, Manlio Calzaroni e Walter Vitali, con la moderazione del giornalista della Rai Filippo Gaudenzi.
«Le modifiche al Pnrr su cui il governo sta lavorando devono rispettare i nuovi principi della Costituzione che, grazie alle modifiche introdotte lo scorso anno, impongono di tutelare l’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni. Auspichiamo che, nella revisione della governance del Piano, si rispetti l’impostazione del NextGenerationEu e delle altre politiche europee orientate al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030. Nella revisione del Piano e nel disegno del REPowerEU vanno perseguite le priorità trasversali del Pnrr che riguardano in particolare i giovani, le donne e il Sud» afferma il Presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini, richiamando l’attenzione sulla necessità di portare a compimento la transizione verso lo sviluppo sostenibile con la visione d’insieme che l’ASviS propone fin dalla sua nascita. «Ci rivolgiamo alle istituzioni e alla politica affinché agiscano considerando i vincoli e le opportunità del Pnrr, aggiornandole alla luce del difficile contesto globale che impone all’Italia di accelerare sul percorso della transizione ecologica. Va nella giusta direzione la decisione del Governo di collegare la gestione degli investimenti del Pnrr con quelli dei Fondi di coesione europei e nazionali 2021-2027. Occorre però rendere più coerenti gli interventi, anche rispetto alla Legge di Bilancio 2023 e ai programmi chiave per il futuro del Paese, come la Strategia nazionale e le Strategie regionali per lo sviluppo sostenibile. A tal fine, vanno approvati il prima possibile il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), alla cui attuazione potrebbero essere riorientati i fondi del Pnrr, e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec)».
Rispetto alla Legge di Bilancio peril 2023, il Rapporto mostra come molte delle misure vadano nella direzione giusta, contribuendo ad affrontare alcune delle debolezze che caratterizzano la situazione dell’Italia in campo ambientale,sociale ed economico, ma anche che un numero elevato di interventi appaiono controproducenti sul piano dei contenuti o deboli su quello delle risorse finanziarie assegnate. Complessivamente, la Legge di Bilancio appare scarsamente incisiva sui nodi di fondo che bloccano l’innovazione verso la sostenibilità del sistema socioeconomico italiano, mentre risulta correttamente prudente in termini macroeconomici e di tutela della stabilità finanziaria.
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