Lorenzo Schia ha concluso la sua corsa sui 144 km del Cammino “Marialonga” accolto a Sestri Levante dalle autorità cittadine. Insieme a loro anche un rappresentante di FIE Liguria
«Calcola 28 ore, così è più semplice, tanto non era una gara». Questo il tempo effettivo – lievemente arrotondato per eccesso – che Lorenzo Schia ha impiegato a percorrere la Via Marialonga, il cammino che da Fornovo Taro (PR) raggiunge il mare a Sestri Levante (GE). Sulla carta 144 km. diventati 153 a causa di alcune problematiche derivanti dal mal tempo che ha imperversato giovedì 10 ottobre sull’Appennino emiliano. E qui il pensiero non può non andare al ricordo dei drammatici eventi alluvionali che, nel corso di questi ultimi anni, hanno martoriato il territorio dell’Emilia-Romagna.
Lorenzo si è trovato ad affrontare un vero e proprio nubifragio che ha messo a repentaglio non solo la sua prestazione, ma forse la sua stessa vita. Trovandosi su sentieri ormai impercorribili, è stato costretto a un tuffo fuori programma in un fiume in piena e a dover combattere contro la corrente per raggiungere l’altra riva. Ma per fortuna, tutto è andato bene e il nostro amico runner ha potuto raggiungere la destinazione che si era prefissato in perfetto orario, nonostante a causa di questo imprevisto il percorso si sia allungato di quasi dieci chilometri. Ciò detto per quanto riguarda la cronaca del primo giorno di percorrenza della Via Marialonga che, a causa del vento gli è costata sia il poncho che la leggera giacca a vento, ovvero l’equipaggiamento protettivo che normalmente porta nello zaino. La seconda giornata, venerdì, fortunatamente ha visto il tempo migliorare e, quindi, sul fronte delle avventure estreme, niente di particolare da segnalare. Infine, e qui sveliamo un piccolo segreto, alla sera del secondo giorno, Lorenzo si trovava già a pochissimi chilometri dalla destinazione finale, concordata di fronte all’ingresso del palazzo comunale di Sestri Levante, dove ad accoglierlo c’erano il sindaco Francesco Solinas, insieme a una delegazione di esponenti politici e del mondo dell’outdoor associativo della bellissima cittadina della Riviera di Levante. Ed era presente anche una rappresentanza del Comitato Regionale Liguria della FIE.
Dopo la piccola ma sentita cerimonia, nella quale da parte di tutti traspariva l’ammirazione per una prestazione che, per noi umani, ha dell’incredibile, c’è stato modo di conversare a lungo con l’amico runner. Innanzitutto, e questo Lorenzo ha voluto ricordarlo e raccontarlo, il senso di questa ennesima avventura, del quale abbiamo già avuto modo di accennare, ma che è stato ulteriormente approfondito. Stefano Schia, recentemente scomparso, pur non essendo originario di Marialonga, in gioventù vi aveva trascorso moltissimo tempo. Da lì aveva addirittura potuto assistere ai combattimenti che, sul finire della campagna d’Italia della Seconda guerra mondiale, contrapposero le Forze Armate alleate (supportate anche dai Partigiani, caso rarissimo) alla Wehrmacht in quella che passerà alla storia come la Battaglia della Sacca di Fornovo. Il padre di Lorenzo, al quale quest’ultimo era legato non solo dal rapporto familiare ma anche da una lunga pratica sportiva comune, poi, era amante della montagna e della collina, piuttosto distante dalle passioni marinare. Con un’unica eccezione: Sestri Levante, che invece egli apprezzava e frequentava per diletto.
Un cammino che unisce la località di residenza della famiglia, con la località meta delle puntate “marine” e che per giunta passa da uno dei luoghi amati in gioventù… una ghiotta occasione che Lorenzo Schia non poteva lasciarsi scappare per onorare in questo modo la memoria del padre.
L’avventura è stata ufficialmente conclusa, dopo la breve cerimonia, con un tuffo in mare e una breve nuotata per raggiungere la statua del Pescatore nella Baia del Silenzio di Sestri Levante, alla quale ha fatto seguito un brindisi rinforzato da un piatto di trofie al pesto.
Per la Federazione Italiana Escursionismo, inoltre, questa ennesima avventura del runner ha avuto anche una valenza di ordine pratico, oltre alla prosecuzione di un rapporto di collaborazione e di amicizia che dura, ormai, da alcuni anni. Durante la via, Lorenzo Schia ha indossato la maglietta tecnica che la FIE ha fortemente voluto realizzare. Una sorta di collaudo sul campo, e questo era previsto, in condizioni, come abbiamo visto, estreme. Il giudizio finale è stato di un capo di qualità buonissima, molto leggero, che non fa sudare, molto traspirante e che asciuga molto in fretta.
Per concludere questo breve resoconto, qui sotto mostriamo le fotografie che, come sempre, Lorenzo ci ha inviato per documentazione e memoria, con l’avvertenza che, per i motivi che sono stati chiariti in apertura, si riferiscono quasi tutte alla seconda giornata. Nella prima, infatti, il cellulare è stato protetto, per evitare che, a causa dell’acqua, si danneggiasse e con esso il tracciato del percorso e l’unica possibilità di comunicare in caso di emergenza. Inoltre, a causa di qualche inghippo tecnico, non è stato possibile spedirle in ordine cronologico, per cui vengono presentate alla rinfusa, così come le abbiamo ricevute.
Grazie Lorenzo e alla prossima!