Ieri abbiamo pubblicato la notizia del viaggio di Matteo Gamerro sul Cammino di Cammini di San Michele. Lo stile utilizzato era ovviamente quello di un redazionale, di una notizia bella e importante, ma esposta in maniera didascalica, fredda, senza quella emozione che può trasmettere solo chi ha, in qualche modo, partecipato, condiviso anche solo un attimo di una storia.
E allora grazie ad Alessio Capanni, del Comitato Regionale della Toscana che ha voluto condividere il racconto del suo breve, ma molto intenso incontro con Matteo.
“Ci sono momenti in cui ti senti sopraffatto da tutto e tutti, che nulla va nel verso giusto, che il tuo fisico non ce la fa, la tua mente ti fa vedere solo cose negative…”
10 Ottobre 2021 – Una domenica come tante in un periodo non troppo sereno per me, in giro per la Maremma, a riscoprire percorsi e paesaggi, fare qualche foto, allenarmi e non pensare troppo al quotidiano; Mentre cammino mi torna in mente una notizia letta nei gironi precedenti “Il coraggio di Matteo: affetto da sclerosi multipla affronta il Cammino di San Michele” e una delle tappe, quella di domenica 10 Ottobre, è a Massa Marittima, a circa 40 minuti da dove mi trovavo, quindi corro alla macchina e parto verso Massa Marittima con l’idea di “salutare” anche solo con la presenza Matteo.
Arrivo a Massa Marittima in una bella giornata, non freddissima e che permette anche a tanti bambini di correre e giocare liberamente, noto che è anche la giornata della festa dello sport con tante attività per grandi e bambini, gli sbandieratori, le autorità pubbliche… insomma un paese in festa; Io vago per il paese ma con la paura di perdermi troppo nella festa e non incontrare la “carovana” che accompagna Matteo. Finalmente arrivo al punto preposto all’arrivo, sotto una spettacolare torre, la Torre del Candeliere. Sono minuti lunghissimi quelli dell’attesa, c’è tanta euforia in giro tutti emozionati di poter incontrare questo ragazzo che ha deciso di intraprendere un viaggio aiutato da famigliari ed amici.
Mentre giro tra la gente, cercando di ingannare il tempo tra bambini che scorrazzano in bici, chi urla chi canta, in un attimo un silenzio quasi magico, quel silenzio che non ti sorprende ma che ti incanta, mi giro ed ecco che vedo la carovana di Matteo arrivare nella piazza, il silenzio dura solo pochi secondi ma sembra magico, poi le voci della gente per allestire il piccolo palco da cui alcuni ragazzi di un’associazione locale cantano l’Inno d’Italia, tutti come attratti da una calamita si avvicina a cerchio ad ascoltare vicini a Matteo; Finiscono le canzoni, inizia la sfilata delle autorità a salutare Matteo, mi avvicino per fare qualche foto ed incrocio lo sguardo con Matteo che sembra dire “anche questo fa parte del gioco, abbi pazienza che sono qui per tutti”… gente che porta omaggi, messaggi di solidarietà o anche solo per dire “siamo qui per te”, io mi metto da parte, faccio sfilare tutti quelli che fanno la fila e poi arriva il mio turno; Non è facile parlare ma nella mia testa ho una missione: consegnare la mia spilla, quella ricevuta al corso FIE di accompagnatore a chi sicuramente con il suo esempio sa trasmettere un insegnamento superiore a quello che potrei fare io in 10 anni! Consegno la spilla a Matteo e ai suoi genitori, viene subito messa sul suo petto, mi ringraziamo per esser li, io dico che è il minimo che potevo dare.
Riparte la sfilata delle foto, dei saluti e mi fermo a parlare un po’ con i componenti della carovana, mi raccontano di quanto Matteo sia forte, sia nell’affrontare il viaggio che nell’organizzarlo e nello sceglierlo, di quanto sia emozionante e faticoso affrontare questo viaggio, di quanto scopri dei momenti in cui la forza non sai nemmeno da dove ti esca perché ci sono punti e momenti, specialmente qui in Maremma, in cui ti trovi a dover sollevare oltre 140 Kg per uscire da un sentiero che normalmente viene percorso da una persona ed invece ti trovi a passare con una Joelette (la carrozzina utilizzata nelle escursioni) che ha ingombri e pesi importanti.
Ormai la carovana è pronta a ripartire, a prepararsi per la tappa successiva, saluto Matteo ed i suoi compagni di viaggio che mi lasciano con un messaggio:
“Grazie per essere venuti a trovarci durante questo nostro viaggio, grazie a te ed alla Federazione Italiana Escursionismo per essere qui, questo viaggio vuole essere un messaggio per tante persone che non possono muoversi ma che, grazie ad una Joelette, ad accompagnatori preparati e persone volenterose potrebbero rivivere l’esperienza di un viaggio anche solo per una giornata, se potete, se riuscite fate in modo che ci sia una Joelette per offrire anche una piccola esperienza di un viaggio perché per una famiglia non è una spesa sostenibile, specialmente per utilizzarla una sola volta, ma se può esser utile a più persone diventa un investimento per la nostra società e la salute, pensateci!”.
Felice per l’incontro che ho fatto, fiero di averlo fatto e di non aver ignorato questa notizia del passaggio di Matteo riprendo la mia strada, percorrendo una via conosciuta ma guardandola con occhi diversi, studiando attentamente i passaggi e cercando di inserire nel mio punto di vista anche quello del passaggio di un diversamente abile perché fino a quel punto, nella progettazione di un sentiero non mi ero mai posto il problema.
“…poi incontri persone speciali, con una forza infinita, dei veri SUPEREROI che nonostante le difficoltà della vita sanno andare avanti, a loro modo sanno sorridere e farti capire che tutto si può affrontare. È bastato uno scambio di sguardi con Matteo per farmi capire quanto avevo da imparare e quanto alle volte ci lasciamo prendere dalle nostre debolezze per non affrontare i problemi e le paure”.