Le montagne sono di tutti, ma non sono per tutti: sono per chi le ama e le rispetta, per chi vuole viverle e conoscerle, non per chi ne deturpa l’esistenza e l’armonia“. Così Mario Rigoni Stern, grande scrittore ma prima ancora uomo di montagna.

L’11 dicembre di ogni anno è la Giornata Internazionale della Montagna, che si celebra a partire dal 2003 per decisione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo dell’assise internazionale era ed è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ai problemi delle aree montuose, nonché di sottolineare l’importanza delle montagne per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. La data scelta coincide con l’anniversario dell’adozione del Protocollo di Kyoto, pubblicato proprio l’11 dicembre del 1997. Questo accordo, arrivato a conclusione del COP3 prevedeva degli obiettivi vincolanti di riduzione del gas serra, ma ha avuto un iter di applicazione piuttosto ritardato e controverso. Per un approfondimento sull’argomento rimandiamo al sito xclimate.net.

L’argomento scelto per l’edizione 2024 della Giornata Internazionale della Montagna è Soluzioni montane per un futuro sostenibile – Innovazione, adattamento e giovani. Si punta a un triplice approccio per affrontare alcune delle criticità in atto nel modo più efficace possibile. 

Le montagne sono soggette a una notevole pressione a causa dei cambiamenti climatici. Un utilizzo intelligente delle tecnologie a disposizione, è ritenuta una capacità fondamentale per gestire la complessità della montagna. L’adattamento diventa invece imperativo per costruire resilienza. La partecipazione attiva dei giovani può infine essere la condizione indispensabile per garantire la sostenibilità a lungo termine delle soluzioni adottate. 

Il quadro che emerge da una attenta analisi della situazione delle montagne oggi è molto preoccupante. In territorio montuoso vive circa il 15% della popolazione mondiale. Le montagne forniscono acqua dolce, condizione fondamentale della vita di almeno la metà della popolazione mondiale e in montagna si trovano circa il 50% dei punti caldi di biodiversità del pianeta. Si tratta di un ecosistema delicato messo a dura prova dalle attività antropiche. Oltre 300 milioni di persone rurali montane nei Paesi in via di sviluppo sono oggi sottoposte a una progressiva degradazione del suolo.

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