La marcia di regolarità, dal punto di vista degli atleti
Risale al 2019 la mia ultima partecipazione ai campionati per associazione.
Quell’anno la Spac Paitone (foto di copertina) vinse il suo secondo titolo di campione d’Italia.
Negli anni a seguire si è scatenato l’inferno: la pandemia con il suo virus che non solo ci ha relegati alla solitudine, all’isolamento e per un certo periodo all’impotenza, ci ha portato via le persone care, gli amici e le amiche, ci ha privato degli affetti, delle passioni e della “nostra vita”.
Finita la pandemia, la FIE è tornata ad organizzare il campionato associazioni ma un po’ per impegni famigliari e di lavoro e un po’ per la non condivisione di un regolamento che mi stava “stretto”, come del resto mi sta “stretto” tuttora, non ho partecipato lo scorso anno.
Ma il campionato per associazioni e il titolo di società campione d’Italia sono il top, il surplus, l’eccellenza nel mondo della marcia, un appuntamento al quale non potevo e non posso mancare.
Il perché è presto spiegato: per due giorni si vive insieme alla propria squadra il lato agonistico della manifestazione ma soprattutto si condivide la gioia di stare insieme finalmente senza impegni, senza fretta e senza pretesa alcuna.
Così quest’anno non ci ho pensato due volte e senza alcun indugio sono partita alla volta veneta per andare alla caccia di quel titolo verde, bianco e rosso al quale tutti ambiscono.
Ma non è bastato decidere di partire per questa caccia tricolore! Per arrivare pronta all’evento ma soprattutto competitiva, ho passato l’intera settimana su e giù per il mio Tartarino a provare e riprovare il mio passo.
Si perché la Ale, purtroppo o per fortuna, adora la competizione, ama sentire scorrere l’adrenalina, si infiamma con l’agonismo e per due prove che assegnano un titolo così importante non si può e non si deve lasciare nulla al caso.
E così arriviamo al fatidico giorno della prima prova a coppie.
In una location davvero super, Castagner dea Madoneta, mi trovo ad abbracciare tante persone che sono mesi che non vedo, alcune addirittura anni.
E se è vero che negli abbracci sono nascoste le parole più belle, ecco che il mio cuore si apre finalmente alla felicità e alla gioia di esserci, di essere ancora qui con tanti amici.
Ma se da un lato vorrei stare ad abbracciare ancora tante persone e godermi nei loro racconti, dall’altro incombe la partenza della gara e la tranquillità di questo momento deve cedere il passo al mio lato agonistico.
Con il mio socio sappiamo già che andremo a fare le medie più alte, le medie A: da che marciamo insieme non si è mai neppure posto il problema di discuterne.
Primo settore al 5000 che lasciato il parco ci consegna al sentiero, al bosco, alle strade bianche e ai prati e che tra su e giù ben gestibili ci porta al primo controllo.
Inizia la prima vera salita di giornata: al 3000 le prime contate sono su una strada asfaltata dove cominciamo a prendere un anticipo piuttosto importante ad ogni minuto. Ma proprio quando questo asfalto comincia a darmi un po’ di fastidio, si apre il sentiero e la salita diventa quel settore che fa vibrare le mie corde!!!
Sentiero liscio che sale a tornanti, stretto, senza pietre, senza ostacoli.
I battiti salgono, il sudore inizia a colare, le gambe cominciano a girare alla perfezione.
Vi ho mai detto che la Ale adora le salite??
Essendo la salita molto liscia e ben camminabile e la nostra media un po’ bassa per due senior, comincio a dire al mio socio “mi raccomando, tienila allegra!” che nel nostro gergo sta a significare “salita bella ma lenta, occhio a non renderla più lenta del dovuto!”.
Scaliamo secondi di anticipo ad ogni contata ma questa salita è davvero DA URLO!
Terzo settore al 5600 comincia a farci scendere su strada bianca, poi passa a sentieri, scalini, asfalto e di nuovo sentiero, prima di consegnarci alla seconda salita di giornata.
Al 3200 riprende una bellissima salita che fondamentalmente è molto simile alla prima, bella liscia e senza pietre. A differenza della prima che saliva a tornanti stretti, questa ha lunghi traversi ma come la prima, per me, è DA URLO!
Anche in questo settore ho l’impressione che la media sia un po’ troppo lenta per cui continuo con la solita frase (che diventerà un mantra!) “salita liscia, tienila allegra!”.
Quinto settore al 5700, iniziamo a scendere.
Settore molto tecnico con frequenti cambi di passo causa l’impossibilità di tenerlo sempre costante: sentiero, strada bianca, prato, sassi, ghiaia, cemento, un misto insomma di terreni che rendono questo settore decisamente interessante e mai noioso.
Ultimo settore al 5500 che continua a farci scendere inframmezzando alcuni begli strappi e che ci consegna al parco del Castagner per concludere la nostra prova.
Bella ombreggiata, ben segnata con un percorso divertente (medie forse un po’ troppo basse per i gusti della Ale) e mai monotono fanno di questa una buona prova di campionato.
All’esposizione dei tempi scopriamo che la nostra gara è stata perfetta per quattro settori mentre per le due salite, il nostro “tienila allegra” ha ALLEGRATO un po’ troppo scodellando un anticipo degno, a tutti gli effetti, della Ale Volante!
Si mangia la pappa e si punta a Cima Grappa per rendere omaggio ai 5000 ignoti e a tutti coloro che hanno dato la vita per fare grande questa nostra Italia, alla madonna del Grappa e poi perché voglio ammirare quello splendido panorama che Mariagrazia posta settimanalmente sul suo stato e che mi fa morire d’invidia.
Così con i compagni di squadra si sale e mentre si discute e si calcolano i punti al termine della prima prova, scopriamo che la nostra Spac è provvisoriamente quarta.
C’è quindi un solo ordine che serpeggia tra di noi: domani, nella gara individuale, dobbiamo spac care!!!
Domenica mattina, mi alzo e come da tabella e da disposizioni della mia preparatrice atletica, mangio a tot ore dall’inizio gara, mi preparo, scaldo i muscoli e mi avvio alla partenza.
Questa volta si parte direttamente dall’istituto che ha ospitato il mondo Fie in questi due giorni.
Sono tra i primissimi a partire: la mia categoria…sono un senior che equivale a medie alte!
Prendo il via alle 8.13.30 con un 5200 su un prato ma alle 8.14.30 sto già sbagliando strada.
Nessun problema mi dico, è solo il primo minuto, c’è tutto il tempo di recuperare.
Riprendo a contare e poco dopo 30 secondi, sbaglio strada per la seconda volta.
Ecco, la mia carica agonistica purtroppo ha due lati: quello positivo che mi spinge a dare il 110 per cento qualsiasi gara io stia affrontando e quello negativo che mi fa montare la rabbia nera.
Riprendo a contare e inizio a scendere in un prato, gli giro intorno, entro nel limite del bosco e comincio a salire. La rabbia comincia a scemare perché la salita al 5200 mi sembra bella allegra.
Ma dopo qualche secondo comincio a entrare nel fitto nel bosco e non mi piace molto questo sentiero un po’ sporco.
Guardo in alto e davanti a me altri marciatori, guardo in basso e dietro a me altri marciatori (che probabilmente hanno seguito me) ma se guardo ancora oltre, in alto, vedo una balisa bianca e rossa per cui continuo a salire.
Scollino e trovo a poca distanza il controllo ma i cronometristi stanno già discutendo con altri marciatori perché qualche atleta gli arriva da una parte e qualcun altro da un’altra!!!
E adesso cosa faccio? Ho completamente sbagliato il settore, sono su un tracciato che non è quello di gara e insieme a me tanti altri.
Il mio lato agonistico prende il sopravvento: mi giro e a capofitto mi butto a correre sullo stesso percorso errato che ho fatto, tornando verso la partenza e avvisando tutti quelli che incontro di stare attenti ai segni.
Ma i segni in alcuni punti mancano perché qualcuno ha pensato bene di toglierli.
In quattro minuti, due litri di sudore e i battiti del cuore a 180, ritorno al tavolo della partenza dove chiedo se posso ripartire o se vengo squalificata.
Accertata la mancanza dei segni, la gara viene sospesa per dieci minuti e mi viene accordato di ripartire in coda a tutti i senior.
Quando riparto sono le 9.17.30: il mio morale non è dei migliori, mi verrebbe tanto da urlare ma non posso (mi prenderebbero per matta molto più di quello che sono già normalmente); ho indosso il pettorale e questo implica quel sano agonismo che, purtroppo o per fortuna, mi contraddistingue.
Così riparto al 5200 tra prati e sentieri nel bosco che si inerpicano fino al controllo.
Secondo settore al 5800 per un bel tratto tra sentieri e strade bianche ben camminabile che mi consegna al terzo settore al 4800 che sale a fianco di un torrente, tra rocce e pietre bagnate e scivolose.
Il quarto settore al 5400 inizia molto lento e sono praticamente ferma ogni minuto per scalare l’anticipo che accumulo. Nella seconda parte invece si cambia passo e si comincia a piazzare qualche strappo e qualche sentiero dove le mani vanno a spingere sulle ginocchia.
Quinto settore al 5700 che inizia in discesa tra prati e sentieri ma che oltrepassato un tratto di asfalto, ci riporta sul prato a spingere in salita.
Ultimo settore per la galoppata veloce sui prati e che al 6300 ci riporta sotto l’arco dell’arrivo per concludere la gara.
Tolgo il pettorale e con quello si spegne anche il mio agonismo: da adesso inizia la fase di attesa, di trepidazione, inizia il confronto tra atleti della stessa categoria e tra compagni di squadra.
Inizia quella fase dove abbiamo tutti la nostra maglietta di rappresentanza e stiamo con le dita incrociate dietro la schiena ad aspettare l’esposizione dei tempi.
Settore per settore comincia a prendere forma la classifica.
La nostra squadra sta andando decisamente bene con tutti gli atleti individuali.
Ci stringiamo tra di noi all’esposizione di ogni settore, cominciamo a fare le somme dei tempi esposti, calcoliamo tutti i sei settori e benchè le penalità di quasi tutti noi siano decisamente buone, dobbiamo attendere la classifica finale per sapere chi potrebbe aver vinto la gara in se’.
Espongono la classifica e volano le strette di mano perché alcuni nostri compagni di squadra sono a podio e gli altri sono comunque ben piazzati.
Quindi si comincia a calcolare i punti in attesa della classifica per associazioni che è poi il motivo per il quale siamo TUTTI QUI.
E così arriva la nostra vittoria!
La SPAC PAITONE ha spaccato per davvero!
CAMPIONI D’ITALIA 1998, CAMPIONI D’ITALIA 2019, CAMPIONI D’ITALIA 2023!!!
Ci abbracciamo, volano i baci, le strette di mano, le pacche sulle spalle, gli occhi lucidi di commozione, la felicità che vola a tre metri sopra il cielo, la gioia nei sorrisi, i sorrisi a 32 denti, le mani al cielo, i pensieri al paradiso, il cuore che scoppia.
Abbiamo vinto e non c’è niente di più bello!
Le premiazioni si susseguono categoria per categoria fino al culmine della proclamazione finale della società campione d’Italia.
Parte l’Inno di Mameli e i brividi mi corrono lungo la schiena, l’agonismo è scemato, al suo posto adesso c’è l’orgoglio: l’orgoglio di essere un atleta S.P.A.C. Paitone, l’orgoglio di indossare la maglia, l’orgoglio di essere italiana.
La Spac si è destata,
è tornata a combattere e combattendo
ha vinto!
Grazie di cuore a tutti! A chi con dedizione e passione ha organizzato queste due gare, un abbraccio speciale a Mariagrazia e Franco (non permettete mai a nessuno di spegnere il vostro sorriso). Franco aveva previsto una salita del tutto speciale che non ha potuto farci fare per l’elevata pendenza, una salita in ricordo di un suo caro amico…ecco, mi sarebbe tanto piaciuta questa salita, sarebbe stata non semplicemente DA URLO ma molto, molto di più!).
Complimenti a tutte le società che con i loro atleti hanno onorato questo campionato e hanno fortemente voluto esserci, ai commissari, ai cronometristi, ai giudici e a tutti i rappresentanti FIE.
Permettetemi un complimento particolare alla società del mio paese, Ana Mazzano, che nel corso di questi anni ha rinforzato il gruppo atleti ma soprattutto ha coinvolto e fatto appassionare un bel gruppetto di giovanissimi. Bravissimi! Il futuro del mondo è proprio nelle vostre mani!
E infine GRAZIE ai MIEI COMPAGNI DI SQUADRA: come direbbero le mie fanciulle, VI LOVVO…TUTTI ma proprio TUTTI!!!
Cari marciatori, come sempre, fate i bravi ma solo se potete…e soprattutto STATE ALLEGRI anzi…ALLEGRATE DA URLO!!!
Alessandra Conforti