Come le sirene attiravano i marinai con il loro canto anche il Panace di Mantegazza attira gli ignari escursionisti con la sua imponenza, le sue foglie grandi ed i fiori.
Il Panace di Mantegazza, Heracleum mantegazzianum, è una pianta aliena molto invasiva importata dal Caucaso alla fine del XIX secolo (fonte Wikipedia) a scopi ornamentali che con la sua invasività si è espansa ed è presente anche nel territorio del Nord Italia. Si tratta di una pianta pericolosa per l’uomo per la sua capacità fototossica che può produrre ustioni e cecità e viste le grandi dimensioni può arrivare a danneggiare anche sentieri o strade.
Viste le sue caratteristiche, questa pianta è soggetta ad un monitoraggio continuo e, dove possibile, all’eradicazione. È quindi consigliabile segnalarne la presenza qualora se ne trovasse in giro nelle escursioni (senza avvicinarsi troppo e/o toccarla).
Come si riconosce questa pianta?
Il Panace di Mantegazza si presenta con un fusto molto spesso e fiori bianchi o giallo-verdastri uniti a forma di ombrello che possono raggiungere anche i 50cm di diametro. Viste le dimensioni, tende a formare facilmente popolamenti densi e, grazie alle grandi foglie che generano una densa ombra, causa il deperimento e la distruzione della vegetazione indigena. Inoltre i semi conservano la capacità di germinare per circa 7-15 anni.
Curiosità
La Panace di Mantegazza ha avuto una rapida diffusione nel Regno Unito tanto da aver ispirato i Genesis alla realizzazione del brano “The Return of the Giant Hogweed” dove si racconta una storia di fantasia apocalittica dove la pianta si vendica della razza umana per averla trapiantata lontano dalla sua zona di origine.