Uno, due, tre, quattro… dieci… sedici… ventinove… quarantatre… un minuto.
Anticipo, ritardo, riparte il cronometro e via di nuovo da capo… uno, due, tre, quattro… dieci… sedici… ventinove… quarantatre… due minuti… e così avanti per un tempo che tu non conosci ma che ti viene scandito ad ogni minuto fino a quel cartello dei 20 metri che ti avvisa che hai il tempo di fermarti a scalare o che invece devi accelerare per entrare al controllo.
È il tempo che caratterizza questa spettacolare disciplina sportiva.
Il tempo che misura il nostro marciare.
Il tempo che decreta se sei stato regolare.
Il tempo che giudica il tuo incidere all’anticipo o al ritardo.
Il tempo… la nostra vita!
Questa è la regolarità.
Se poi ci metti che usi questo tempo per due giorni per cercare di conquistare un titolo che pesa come l’oro insieme a quelle persone che vestono i tuoi stessi colori, a quegli atleti che fanno parte della tua “famiglia”, a quegli uomini e donne che condividono le stesse passioni, ecco che la regolarità si trasforma in Campionato Nazionale per Associazioni.
Quest’anno, con la regia del Gam Ana Bione e dei suoi atleti, la Lombardia e Brescia hanno organizzato questa due giorni di full immersion di marcia.
Ad Idro sabato 7 settembre la prima prova a coppie.
Adoro Idro!
Amo le sue acque che ho attraversato, adoro le sue strade che ho calcato in bici e di corsa, so quanto bello, spettacolare e infinito sia il territorio valsabbino.
La gara parte subito con un 4200 che, a tornanti, ci porta a salire su un sentiero ben camminabile e ben protetto dal bosco. Arriviamo al controllo dove parte un 4600 molto simile al primo settore e che, sempre a tornanti, sale sul versante della montagna.
Poco prima di scollinare, mi volto e la vista diventa eccezionalmente da urlo: il lago d’Idro si mostra in uno scorcio di insenatura.
Arriviamo al controllo e il terzo settore ci fa galoppare al 6200, dapprima ancora in leggera salita e poi su un lunghissimo tratto di discesa tra asfalto e sterrato.
Con il quarto settore affrontiamo il primo cambio media: si parte al 5100 con un bel tratto di discesa e si prosegue poi al 6300 tra asfalto, strade bianche e prato fino al controllo.
Quinto settore e per un brevissimo tratto saliamo al 4100.
Sesto settore e secondo cambio media di giornata: con un 5000 si inizia a scendere dalla montagna, il sentiero lascia il posto all’asfalto della strada e ci porta al 6500 per la galoppata finale a bordo lago con una bella passerella slalom tra turisti e villeggianti che si godono sole e acque valsabbine.
Ci sono cose alle quali la Ale non sa resistere ed una di queste è l’acqua!
Una lavata rapida dalle fatiche della marcia, indosso costume ed occhialini e le acque di Idro mi avvolgono piacevolmente. Qualche centinaio di metri di bracciate (senza cronometro e senza contare!) e le gambe ritornano a posto per affrontare la prova del giorno successivo.
Bione ci attende al varco.
Per chi mastica marcia di regolarità da un po’ di tempo sa che chi arriva a Bione deve essere pronto a sudare! Qui le salite sono salite con la S maiuscola e sapete quanto la Ale adori queste sfide.
Sotto un cielo grigio e un vento che comincia a farci assaporare la fine dell’estate torrida, parto con un 4300 in salita sul prato che costeggia il campo sportivo.
Si sale dapprima sull’asfalto del paese, si arriva al limite dell’abitato e si continua a salire su sentiero.
Oltrepassiamo San Gottardo e continuiamo a salire fino al controllo.
Il secondo settore al 5700 inizia con una bella discesa in picchiata e continua in maniera più agevole a scendere e a farci perdere la quota conquistata con il primo tratto di gara.
Arriviamo al terzo settore e inizia la salita al 3300.
La salita, quella vera, quella con la S maiuscola, quella che le mani spingono sulle ginocchia, il fiato si fa corto, i battiti arrivano in soglia, il sudore cola copiosamente e la Ale è felice! Arriva la salita, quella DA URLO!
Conosco questa salita, alzo gli occhi al cielo e punto il Dosso di Ce’ ma prima ancora punto gli occhi su quel fantastico tricolore che è la nostra bandiera d’Italia.
La mente si apre, le emozioni esplodono a mille, dirompono e sbaragliano i pensieri: è la gara individuale del campionato per associazioni, un’eccellenza nel calendario della FIE.
L’unica pecca di questa magnifica salita?
Il tratto in piano a metà della fatica e non aver toccato cima al Ce’!
Ma non fate caso alla Ale…vive per avere i battiti alla soglia del sovrannaturale!
Quarto settore e si inizia a scendere al 5600: il settore alterna però alcuni strappi, tratti in discesa, di nuovo in salita, contate piatte piatte, sentiero, strada bianca, erba, terra smossa, rami, sassi; un bel misto di terreni e di contate che non c’è tempo per annoiarsi.
Quinto settore: parto al 4600 in picchiata vertiginosa su sentiero molto stretto e decisamente in pendenza. Uno, due, tre…aspetta questo passo non posso contarlo perché non so bene dove mettere il piede, quindici, sedici…oplà…devo saltare qui perché non c’è fisicamente il posto per appoggiare le mie Speedcross.
Poche contate in picchiata, ma decisamente impegnative!
Per fortuna che il meteo ci sta dando una mano: non ha ancora mollato una goccia d’acqua perché altrimenti, su queste brevi contate, la Ale avrebbe poggiato a terra non le Speedcross ma il lato B! Finito questo tratto si prosegue con l’asfalto in discesa ben camminabile e il settore ci riconsegna alla montagna e al sentiero ma soprattutto ad una spettacolare cascata che mi incanta nella vista e nel suono dell’acqua… insomma la Ale adora questo prezioso elemento!
Ultimo settore al 6100 per la cavalcata finale che velocemente ci consegna all’arrivo con una bella passerella tra le vie del paese.
Gara che mi è piaciuta. Mai monotona, mai scontata e soprattutto divertente!
Complimenti a tutti gli atleti che hanno baciato il podio.
Un enorme applauso all’Ana Mazzano che in questo 2024 ha scritto la storia vincendo la classifica sia della gara a coppie che di quella individuale ma soprattutto per l’eccellente lavoro che sta facendo sulle categorie dei più giovani… bravi, bravi, bravi!!!
Complimenti a tutti gli atleti e atlete che nonostante le difficoltà, gli acciacchi, l’età e le vicissitudini della loro vita hanno comunque partecipato, complimenti a chi il podio l’ha sfiorato ma anche a chi invece ha fatto incetta di penalità e il podio l’ha visto davvero da lontano, a chi fa la gara perfetta in cinque settori e sballa letteralmente in uno solo, complimenti davvero a tutti quelli che sabato e domenica hanno preso il via.
Complimenti a chi ha saputo organizzare e gestire questa edizione dei campionati di Associazione celebrando così il 50mo anniversario di fondazione del gruppo Gam Ana Bione.
Quest’anno la mia Spac Paitone non è riuscita a salire sull’ambito podio delle Associazioni: ce l’abbiamo messa tutta, non abbiamo lasciato niente al caso.
La squadra era compatta, pronta a difendere la maglia, unita che poi, alla fine, è proprio questa la cosa che conta di più.
Esserci, essere presenti, partecipare, vivere le giornate, abbracciarsi, supportarsi e talvolta sopportarsi, ridere, scherzare, raccontarsi e raccontare, darci conforto perché qualcuno di noi sta attraversando un momento particolarmente difficile, parlare, ascoltare insomma donare il nostro tempo per stare con la squadra
E allora via, continuate a contare… uno, due, tre, quattro… dieci… sedici… ventinove… quarantatre… un minuto ma contate all’infinito per vivere ancora e ancora i vostri amici, le vostre squadre, le vostre famiglie ma sempre in marcia!
Dunque, cari marciatori, come sempre fate i bravi… ma solo se potete!
Alessandra Conforti
Spac Paitone