Una significativa riduzione dell’attività di estrazione del marmo premia gli sforzi di “Salviamo le Apuane”

Tramonto sulle Alpi Apuane

Ancora recentemente, abbiamo avuto modo di dare notizia delle tante iniziative che il Comitato “Salviamo le Apuane” sta portando avanti per la salvaguardia di quel territorio, fino all’invito che hanno ricevuto a incontrare la Commissione Business e Diritti Umani dell’ONU.

Dopo anni di impegno costante, è di questi giorni la notizia della chiusura di alcune cave e della limitazione del 59% dei siti estrattivi di marmo all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Qui di sotto riportiamo la notizia così come ci è stata trasmessa per il tramite del Comitato Regionale della Toscana, attivo a fianco di “Salviamo le Apuane” nelle varie iniziative. Attenzione però: non bisogna abbassare la guardia proprio adesso, perché è prevedibile una reazione molto aggressiva da parte dell’industria del marmo,  che si ritiene danneggiata dalla campagna ambientalista.

Abbiamo sentito Alberto Putamorsi, Presidente del Parco delle Apuane, ente con cui Salviamo le Apuane ha scelto da anni di dialogare positivamente, che ci ha comunicato che il Parco delle Apuane ha deliberato un Piano del Parco che, per la prima volta, segna una importante inversione di tendenza e cioè la chiusura di alcune cave e la limitazione (del 59%) dei siti estrattivi dentro il Parco.

Andranno a chiusura, nei tempi burocratici necessari, ma questa è la decisione, le cave sotto il Pizzo d’Uccello collocate nel Comune di Casola in Lunigiana mentre la cava di Equi Terme avrà una riduzione molto consistente. Chiuderà Cava Borella. Chiude la cava Focolaccia nel Comune di Massa mentre si inizia il progressivo e parallelo processo di chiusura della cava della Focolaccia e asportazione del ravaneto (estremamente impattante in Garfagnana) nel Comune di Minucciano. Chiudono altre cave sparse nelle Apuane.

Ma il dato più importante è che oltre la metà dei siti estrattivi (il 59%) verrà eliminata.

Certo, qualcuno, a questo punto, dirà: “E’ poco!”. Certo tanti siti estrattivi restano aperti. Ma noi rispondiamo che invertire il processo, anche grazie al tanto vituperato (giustamente per alcune sue parti) PIT e procedere a chiudere cave è un successo straordinario. E’ una tappa intermedia, come si dice, ma è un grande passo avanti. Una prima svolta storica.

Qualcuno ricorderà quando, richiamando il proverbio sulla padella e la brace, Salviamo le Apuane decise di appoggiare il meno peggio per l’ambiente scegliendo di dialogare costruttivamente con questo Parco delle Apuane che, come tutti ben sanno, è stretto fra spinte fortissime e contrastanti. Possiamo dire che abbiamo scelto giusto e che paga la paziente e lenta ricerca dell’accordo e della mediazione –che ora riparte verso un obbiettivo più alto- rispetto ad un velleitario e inefficace estremismo verbale di chi non ha ancora capito che la battaglia delle Apuane è una battaglia centrale, lunga e lenta. Ma anche un’operazione che deve vedere una maturazione e il coinvolgimento di tanti soggetti, senza demonizzarne alcuno, dai Sindaci al mondo politico, ma che, soprattutto, deve avere il consenso degli abitanti dei paesi e comunità delle Apuane.

Oggi godiamoci il piacere, fra l’altro, di sapere che il Pizzo d’Uccello, lo Spirito della Montagna che è ripreso nel simbolo di Salviamo le Apuane, è salvo. Ne siamo felici!

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